Come comportarsi con le persone che hanno scelto un percorso difficile prima di incarnarsi?

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    Quando incontriamo persone che vivono situazioni difficili, il nostro primo pensiero è quello di aiutarle ad uscirne. Mi chiedo però se questo non sia anti-evolutivo: prima di incarnarsi, l'anima sceglie il proprio percorso, ad esempio può scegliere di avere a che fare con genitori difficili, oppure di sperimentare il vuoto e la mancanza d'amore, o ancora di sperimentare situazioni di povertà estrema a livello materiale, ecc.
    Mi è capitato ultimamente di voler aiutare col cuore una persona in serie difficoltà: nel suo caso si trattava di difficoltà famigliari. Ho preso in mano la situazione, informandomi anche su possibili risvolti a livello legale. Ho avuto una percezione che man mano si è fatta sempre più chiara: la persona che stavo cercando di aiutare era come spaccata in due: una parte, quella più cosciente, vedeva il mio intervento come un'ancora di salvezza, mentre l'altra parte, quella più recondita, opponeva resistenza come se, per qualche motivo volesse rimanere nella situazione difficile. Sulle prime ho pensato che offrendo il mio aiuto quella persona si sarebbe sentita in debito nei miei confronti. Così ho pensato ad una soluzione che non prevedesse nemmeno la mia mediazione, tuttavia, il disagio nei confronti della "liberazione" permaneva anche nel caso in cui, la persona in questione avrebbe potuto salvarsi da sè, con le proprie mani.
    A quel punto ho pensato che evidentemente l'anima di quella persona, prima di incarnarsi aveva scelto di confrontarsi durante la vita con la situazione difficile in cui si trova, e che la sua resistenza sia dovuta a questo.
    Voi che ne pensate?
     
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    Ciao Agalloch,
    Penso che se una persona deve affrontare un determinato tipo di percorso per motivi karmici, qualunque intervento esterno risulterebbe nullo o inutile perché ci sarebbe sempre una "forza" a intralciare qualsiasi tentativo di miglioramento.
    Il fatto che tu ti sia attivata per aiutarlo è certamente un fatto positivo, perché ciò che ti ha mosso è stata la compassione e l'empatia verso quella persona. Quindi, da parte tua, non hai nulla da rimproverarti e credo che Dio apprezzi questo tuo gesto altruistico. Il fatto che l'altra persona però mostrasse una certa resistenza davanti alla soluzione del suo problema, mi fa venire in mente una cosa..

    Ci sono persone che, benché si trovino nel dolore e nella difficoltà estrema, e lancino disperate grida di aiuto, in realtà non vogliono essere aiutate! Non so se sia una manifestazione inconscia del loro spirito che le spinge a rimanere in quella condizione per motivi karmici, o se sei un difetto dell'ego. Perché in linea di massima chi non sta bene in una determinata situazione "dovrebbe" far di tutto per uscirne. Ma non sempre è così, e questo è molto strano..
    Mi capitò una situazione simile con un ex amico, che lanciava continui sos per uscire dalla sua condizione di tristezza assoluta, ma poi appena gli tendevo una mano per aiutarlo si tirava indietro :huh: :huh: :huh: non aveva senso questo atteggiamento, eppure era così! E alla fine ho lasciato perdere.. Non potevo combattere io la sua battaglia! E la mia energia finiva dispersa..
    Spesso mi vengono in mente le parole di un sogno strano che feci, in cui una voce fuori campo mi ricordava che:
    "A voler fare del bene, non sempre si fa la cosa giusta". Penso che il senso di quel messaggio sia da intendere proprio alla luce del percorso che ciascuno ha scelto di compiere..
    E' positivo che siamo spinti ad aiutare il prossimo, ma dobbiamo vedere innanzitutto quali sono le motivazioni che ci spingono ad aiutare, e soprattutto bisogna ricordarci che non siamo supereroi e spesso non possiamo far nulla se nell'altra persona non vediamo un reale e sereno desiderio di essere aiutati.
     
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  3. Bante
     
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    Sì, anche io la penso come Pauty.
    È doveroso cercare di aiutare qualcuno in difficoltà perchè è importante anche il solo fatto di provarci. Poi, bisogna però anche riuscire a "tirarsi indietro" se vediamo che non ci sono risultati e la stessa persona rifiuta il nostro aiuto. Credo che la parte più difficile da attuare sia questa: lasciare andare senza accanirsi, poichè ovviamente se vediamo qualcuno che è in una brutta situazione, soprattutto se gli vogliamo molto bene, è dura farlo.
    Io sto cercando di imparare a fare questo; capire quando posso aiutare e quando invece devo fermarmi. Di mio sarei portata a "voler aiutare a tutti i costi", cosa che ha sicuramente un legame con mie problematiche caratteriali/relazionali.
    Anche io ho vissuto una situazione simile alla vostra e anche io, per mia salute, ho mollato la presa.
    Per quanto riguarda la domanda specifica che poni, credo anche io che in alcuni casi, non tutti, l'Anima decida di voler rimanere in una situazione difficoltosa per poter apprendere una lezione importante valida per la sua evoluzione.
    Ciò non ci esime dal non provare ad aiutare, con senno e senza volerlo fare per forza, ma solo se dall'altra parte c'è collaborazione.
     
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    Vi ringrazio per i vostri interventi, che confermano la mia intuizione.
    Le motivazioni che mi spingono ad aiutare sono assolutamente disinteressate: ho analizzato bene le mie motivazioni e ne ho tratto questa conclusione, e anche Carlo conferma.
     
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    In nome della salute mentale anch'io vorrei poter mollare la presa; e oggi ho avuto un altro segno e magari aggiornero' anche la discussione in off-topic al riguardo. Dal canto mio sono ancora alla ricerca di risposte.
     
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    Manco a farlo apposta anche io,e proprio oggi,ho vissuto una situazione di questo tipo,con un amico.
    Io quindi penso comunque che si debba,da parte nostra,dare un aiuto a chi ne ha bisogno....altrimenti Gesu' e quanto Lui ha detto, sarebbe errato,come pure il contenuto spirituale del Vangelo.
    E' anche vero che se il karma deve fare il suo corso,il nostro aiuto sara' vano....ma questo e' tutto un altro discorso.
    Il perché ,poi, chi ha bisogno,da una parte,si oppone ad essere aiutato,puo' avere motivazioni karmiche,nel senso che: "il karma ha plasmato il suo carattere,proprio in modo tale che quest'ultimo crei l'opposizione ideale a che il karma stesso possa fare il suo corso".
    Proprio oggi ho cercato di far uscire un amico da una situazione che gli pesa,lui e' conscio e grato del mio aiuto,mi da' ragione.....ma e' come se una forza lo tirasse in basso.....non dandogli la forza di reagire.
    Noi superficialmente diamo la colpa "al suo carattere".....incapace di reagire.....ma esaminando la cosa piu' profondamente,dovremmo dire " e' il suo karma che gli ha plasmato il carattere in modo tale che egli non abbia la forza interiore di reagire".
    Quindi,trovo giusta e fondata la riflessione di Agalloch....
     
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    Dal momento che siamo tutti la stessa cosa, divisi singolarmente per compiere percorsi evolutivi individuali, e poi destinati a riconnetterci tutti con Dio una volta finite le incarnazioni, dobbiamo vedere gli altri come fossimo noi stessi, dato che in effetti, siamo tutti la stessa cosa, siamo tutti scintille divine, derivanti dalla stessa fonte, incarnate in corpi;
    ciò che facciamo agli altri, che sia positivo o meno, è come se lo facessimo a noi stessi, per cui non aiutare qualcuno, soprattutto se abbiamo necessità di farlo, è come non aiutare se stessi…questo lo reputo contro l’evoluzione;
    ecco infatti perché molte volte, il karma, ci fa vivere ciò che abbiamo causato agli altri in vite passate…semplicemente perché essendo tutti uno, soffriamo nello stesso modo delle persone che abbiamo fatto soffrire.
    Anche Gesù diceva “ama gli altri come te stesso”… per cui penso sia contro l’evoluzione, proprio il fatto di non aiutare qualcuno in difficoltà, se sentiamo l’istinto di farlo, anche perché potremmo essere la persona designata dal suo karma, per farlo uscire da una situazione difficile.
    Alla fine ognuno ha il proprio percorso, ma l’obbiettivo che abbiamo tutti in comune, è quello di amare indipendentemente da chi abbiamo davanti, perché è sempre una versione di noi stessi con un’altra sfaccettatura.

    Edited by DrippySoul - 3/1/2023, 23:31
     
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    DrippySoul è molto bello e importante tutto ciò che hai scritto :)
    In fondo è proprio così e le tue parole mi fanno pensare anche al detto "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te"....proprio per lo stesso principio di cui hai parlato.
     
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    Quando incontriamo sul nostro percorso una persona in evidente difficolta', noi non conosciamo quale "avventura karmica" stia vivendo....
    Penso che per principio dovremmo cercare di aiutarla ,non va bene girarsi con indifferenza dall'altra parte.
    Ci renderebbe in parte complici della situazione e ci procurerebbe forse anche karma negativo,per omissione.
    Poi la situazione si chiarisce in automatico da se', nel senso che se il suo karma lo prevede, il nostro intervento sara' possibile,.....e ben venga.
    Poi se il suo karma lo impedisce per motivi vari, si paleseranno difficolta' che ci dovrebbero far comprendere che per noi e' opportuno desistere.
    Noi continueremo ad ignorare il perche' karmico della situazione, al massimo ce ne potremmo fare una nostra idea personale, giusta o sbagliata, ha poca importanza.
    Ma avremo fatto comunque il nostro dovere morale.
    Dio non ci chiederebbe mai "sei riuscito a risolvere la situazione"??.....ma chiedrerebbe "ti sei adoperato per risolvere la situazione"??? :)

    Edited by superfortunato - 4/1/2023, 21:12
     
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    CITAZIONE (white_rose @ 4/1/2023, 15:59) 
    DrippySoul è molto bello e importante tutto ciò che hai scritto :)
    In fondo è proprio così e le tue parole mi fanno pensare anche al detto "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te"....proprio per lo stesso principio di cui hai parlato.

    Grazie mille :)
    Si esattamente, quel detto, ormai fa parte del mio stile di vita, ed ogni volta, prima di compiere determinate azioni, tutte le volte che mi è possibile, penso spesso a questa frase e se sto agendo nel bene degli altri, oltre a quello per me stesso;
    Il karma aggiungerebbe a quella frase “perché ciò che fai agli altri, lo stai facendo a te stesso”. :)
     
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    CITAZIONE (superfortunato @ 4/1/2023, 20:01) 
    Quando incontriamo sul nostro percorso una persona in evidente difficolta', noi non conosciamo quale "avventura karmica" stia vivendo....
    Penso che per principio dovremmo cercare di aiutarla ,non va bene girarsi con indifferenza dall'altra parte.
    Ci renderebbe in parte complici della situazione e ci procurerebbe forse anche karma negativo,per omissione.
    Poi la situazione si chiarisce in automatico da se', nel senso che se il suo karma lo prevede, il nostro intervento sara' possibile,.....e ben venga.
    Poi se il suo karma lo impedisce per motivi vari, si paleseranno difficolta' che ci dovrebbero far comprendere che per noi e' opportuno desistere.
    Noi continueremo ad ignorare il perche' karmico della situazione, al massimo ce ne potremmo fare una nostra idea personale, giusta o sbagliata, ha poca importanza.
    Ma avremo fatto comunque il nostro dovere morale.
    Dio non ci chiederebbe mai "sei riuscito a risolvere la situazione"??.....ma chiedrerebbe "ti sei adoperato per risolvere la situazione"??? :)

    Anche perché appunto, il compito che tutti condividiamo, è imparare ad aiutare il prossimo indipendentemente da ciò che ha fatto;
    L’amore verso il prossimo, la compassione, l’altruismo, la forza del perdono e così via, se si pensano alle N.D.E., leggendo i vari libri, sentendo medium ed esperti, è una delle prime cose, che le guide ed i maestri superiori ci fanno notare se abbiamo fatto bene oppure siamo stati egoisti a riguardo, durante la nostra incarnazione…a conferma che questa cosa, è una prova che tutti noi dobbiamo affrontare e superare, quando siamo qui, sopratutto durante le prime vite, dove, come si sa, siamo più egoisti e cattivi, oltre alle varie prove individuali ed alle “avventure karmiche” differenti a seconda di ciò che dobbiamo apprendere.
    Penso che l’amore e l’altruismo, fatti con il cuore ovviamente, acceleri e parecchio, la nostra scalata evolutiva verso incarnazioni in mondi più evoluti e successivamente la fine del ciclo di queste ultime, diventando finalmente anime libere da ciò che è materiale e finito.
     
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    Invece i nodi karmici famigliari come dovrebbero essere sciolti, se la persona interessata fa di tutto per allontanarsi😔
    Cerco in tanti modi ad avvicinarmi e creare un rapporto affettivo, perché le voglio bene, ma dall'altra parte c'è spesso freddezza (non solo nei miei confronti) sembra che ce l'abbia col mondo intero.
    Magari un giorno le gira bene ed è la persona più bella del mondo, per poi passare mesi ad essere scorbutica e criticare tutto ciò che faccio...mai davanti a me ma dietro le spalle. Cerco di non prendermela più di tanto, ma il nervoso me lo fa venire.
    So per certo che è un nodo karmico, e non facile da sciogliere.
     
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    Sembrerebbe che il peso del nodo karmico familiare gravi in questo caso unicamente su quella persona ed e' lei che deve adoperarsi per risolverlo.....tu sembri invece assumere solo il ruolo di "controparte passiva" della vicenda sol perche' nel nodo karmico c'e' bisogno comunque di due persone.
    In altri termini il tuo ruolo e' quello della persona su cui lei dovrebbe agire positivamente per sciogliere il nodo,che potra' dirsi sciolto solo nel momento in cui tu ti riterrai soddisfatta dal suo comportamento.....
    Per te comunque rimane una prova di pazienza, e di perdono.
     
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    Grazie per la spiegazione Super.
    Io vedo che questa persona è molto chiusa in se stessa, non ha nemmeno un buon rapporto con la sua di famiglia figurarsi con gli altri... non ci siamo mai scontrate, appunto perché non dice le cose in faccia, e io non le ho mai chiesto niente per non incrinare ancora di più il rapporto. Però la pazienza la perdo, e sbagliando sicuramente, ne parlo con gli altri sfogandomi e giudicando il suo comportamento.
    magari è anche per questo che lei non è propensa a migliorare. La mia paura è che se la affronto direttamente invece di subire le sue "rosure", dirò addio al rapporto familiare.
     
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